In Italia, la percentuale dei bambini dislessici è tra il 3 e il 5 percento. Questo vuol dire che in una classe di 25 bambini è probabile che si manifesti il disturbo su uno o due individui. 2 

Al giorno d’oggi, sembrerebbe che la dislessia sia una condizione conosciuta dalla maggior parte delle persone, ma non è affatto così. Molto credono che la dislessia sia soltanto una difficoltà di lettura perché il dislessico inverte l’ordine delle lettere ma questa è soltanto la punta di un iceberg molto più grande. Persino molti insegnanti ignorano i sintomi e le cause, spesso sottovalutando o confondendo le reali difficoltà di chi manifesta questo disturbo. La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento. Per Disturbi Specifici dell’Apprendimento, meglio conosciuti con l’acronimo D.S.A. si intendono difficoltà in qualche settore specifico dell’apprendimento in soggetti esenti da problemi di ordine intellettivo, cognitivo, neurologico o sensoriale.³ 

I bambini con difficoltà di apprendimento non conoscono il funzionamento della loro mente, pensano di non potercela fare, si sentono impotenti davanti alle difficoltà scolastiche . Con il tempo, si convincono di non valere, sviluppano stati ansiosi, emozioni negative intense e scarsa autostima. La scuola diventa così un ambiente ostile, a volte essi hanno persino relazioni negative con gli insegnanti e non riescono ad instaurare normali relazioni sociali con i compagni. Questa condizione, sviluppata durante i primi anni di scuola, può segnare profondamente il bambino condizionando per sempre il suo rapporto con la scuola. 

Cosa succede oggi nelle scuole italiane? 

Normativa vigente 

I bambini con sospetto di DSA vengono sottoposti ai test di valutazione non prima della fine della seconda classe della scuola primaria. Questo preclude l’intervento precoce tanto importante per lo sviluppo compensativo del bambino. In pratica, un insegnante che si accorge delle difficoltà del bambino, non fa altro che tenerlo sotto osservazione per valutare se vi siano significativi miglioramenti o meno. Non è possibile imputare le difficoltà del bambino alla dislessia in questa fase, solamente la persistenza delle difficoltà verso la fine della seconda classe lo candideranno ad una valutazione più approfondita. Questo succede nella migliore delle ipotesi, quando gli insegnanti sono molto attenti e formati professionalmente a riconoscere i sintomi, e il disturbo è abbastanza marcato. Molto spesso questi bambini non vengono diagnosticati neppure durante il ciclo della scuola primaria, ma soltanto successivamente durante i successivi cicli di studio, in alcuni casi addirittura mai. 

Cosa cambia con la diagnosi? 

La diagnosi precoce è importantissima così che i bambini possano beneficiare di una pedagogia rinforzata attraverso l’apprendimento della decodifica fonologica, il rinforzo del vocabolario, l’apprendimento della morfologia della lingua. Con una diagnosi, le famiglie possono avere la consapevolezza della condizione del bambino e mettere in atto tutte le misure necessarie per un corretto sviluppo dell’autostima e l’integrazione sociale dello stesso. 

“Purtroppo i bambini arrivano da noi troppo tardi, quando si sono già instaurati processi di apprendimento errati. L’intervento precoce è molto importante perché permette di andare a lavorare subito sulle difficoltà e permettere la compensazione” (Logopedista) 

Dopo la diagnosi i bambini con disturbi dell’apprendimento possono essere sottoposti a trattamento. Il trattamento più comune è quello sublessicale, che si effettua con l’ausilio del logopedista, circa 10-20 incontri con frequenza settimanale, (anche in gruppo). Il trattamento prevede sessioni di circa un’ora durante le quali i bambini vengono sottoposti ad allenamento intensivo e mirato. I bambini arrivano a questo trattamento solitamente dopo svariati mesi di attesa ( il numero delle diagnosi è in continuo aumento) e finito il ciclo di 10, massimo 20 incontri vengono dismessi. 

A questo punto, potranno solamente avvalersi degli strumenti compensativi e dispensativi previsti dalla Legge 170/2010. Per strumenti compensativi si intende l’uso di strumenti come la sintesi vocale, l’utilizzo del computer in classe per scrivere con l’aiuto del correttore automatico, la calcolatrice e talvolta altri software specifici. Per strumenti dispensativi si intende un piano didattico personalizzato (PDP) che prevede, in accordo con i genitori, tempi più lunghi per le verifiche, interrogazioni programmate, verifiche semplificate, l’esenzione della lettura ad alta voce in classe. 4 

“Ogni bambino riceve un piano di trattamenti personalizzato in continua evoluzione secondo i suoi progressi” (Logopedista)

2. La dislessia e i DSA – Giacomo Stella e Luca Grandi 

3. Nuovi strumenti e metodologie per un’inclusione didattica e sociale di persone con Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Emil Girardi, Davide La Rocca, Maurizio Girardi, Andrea Tommasini (2014) 

4. www. psicologia bz