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Il Fenomeno Hikikomori: Comprendere e prevenire il ritiro sociale volontario

Negli ultimi anni si è diffuso un termine giapponese che identifica un fenomeno di ritiro sociale volontario: Hikikomori. La parola, che significa letteralmente “stare in disparte”, descrive una condizione in cui una persona, spesso giovane, decide di isolarsi per lunghi periodi, evitando qualsiasi tipo di contatto sociale e limitandosi spesso alla propria stanza. Questo comportamento, nato in Giappone, è sempre più diffuso anche in altre parti del mondo, inclusa l’Italia. In questo articolo esploreremo la storia e la natura del fenomeno Hikikomori, soffermandoci anche sul suo impatto sui giovani e i rischi per i ragazzi con ADHD e disturbi dell’apprendimento.

Che cos’è l’Hikikomori?

Il termine Hikikomori si riferisce a individui, prevalentemente giovani, che si ritirano dalla vita sociale e restano confinati in casa, spesso in una sola stanza, per mesi o persino anni. Questi ragazzi evitano il contatto fisico e verbale con il mondo esterno, e se comunicano, lo fanno spesso attraverso internet e i social media. Nonostante il fenomeno possa apparire simile a condizioni come la depressione o l’ansia sociale, l’Hikikomori è un’esperienza a sé stante, caratterizzata da un volontario isolamento che non sempre deriva da patologie cliniche.

Gli Hikikomori non sono necessariamente antisociali o depressi; in molti casi, è un senso di disagio o di rifiuto verso la pressione sociale che li spinge a isolarsi. Per esempio, alcuni ritengono insopportabile la competizione scolastica o lavorativa, o sono insoddisfatti delle aspettative che la società impone loro. Questa percezione di oppressione porta alla scelta dell’isolamento come una via di fuga.

Origine e storia del fenomeno

L’Hikikomori nasce in Giappone negli anni ’80 e ’90, quando l’estrema competizione sociale e lavorativa giapponese raggiunse livelli altissimi, specialmente a causa della crisi economica che colpì il Paese. La cultura giapponese ha da sempre attribuito grande importanza alla produttività e alla realizzazione personale come misura del proprio valore sociale, e molti giovani si sentirono inadeguati a raggiungere questi standard.

Il fenomeno si diffuse progressivamente anche al di fuori del Giappone, affermandosi in diverse nazioni sviluppate come Corea del Sud e Stati Uniti. Le cause che portano al ritiro sociale volontario possono variare, ma alcuni temi come la pressione accademica, le difficoltà nel mondo del lavoro e la digitalizzazione che riduce il contatto umano sono comuni in molti Paesi.

In Giappone, si stima che siano presenti circa 1,5 milioni di Hikikomori, una cifra impressionante che riflette l’entità di questa problematica.

Anche se l’Hikikomori è nato in Giappone, questo fenomeno si è fatto strada anche in Italia, specialmente negli ultimi dieci anni. Secondo alcune stime, in Italia ci sarebbero circa 100.000 giovani che vivono in uno stato di ritiro sociale volontario, e il numero potrebbe essere in aumento.

Cause e Conseguenze

L’Hikikomori ha cause complesse e variabili. Spesso l’isolamento è il risultato di un insieme di fattori psicologici, familiari e sociali. Le cause più comuni sono:

Pressioni accademiche  e/o pressioni eccessive dalla società e dalla famiglia per raggiungere il successo

 senso di inadeguatezza

  • Disagio nel confrontarsi con le aspettative di un futuro incerto

Confronto sociale e paura del giudizio, amplificato dai social media

Ambienti familiari problematici o iperprotettivi

Difficoltà economiche che rendono più complesso il raggiungimento dell’indipendenza

Bullismo scolastico o esperienze negative in contesti social

A differenza del Giappone, in Italia il fenomeno non è ancora ampiamente riconosciuto dalle istituzioni.Tuttavia, stanno nascendo gruppi di sostegno e associazioni come Hikikomori Italia, fondata da Marco Crepaldi, che mira a sensibilizzare e supportare le famiglie e i giovani coinvolti. Queste associazioni svolgono un ruolo importante nel cercare di ridurre lo stigma associato al fenomeno e nel fornire strumenti di aiuto e comprensione.

L’Hikikomori ha cause complesse e variabili. Le conseguenze possono essere gravi sia per l’individuo che per la società. La mancanza di interazione sociale e di esperienze esterne può portare a problemi di salute mentale, difficoltà nella gestione delle emozioni, e una dipendenza dal mondo digitale per l’unico contatto con la realtà. Inoltre, il fenomeno rappresenta una sfida per le famiglie, che spesso si sentono impotenti e incapaci di comprendere il disagio del proprio figlio.

Perché il rischio di Hikikomori può essere maggiore per i giovani con DSA e ADHD

Oltre ai fattori sociali e familiari, recenti studi hanno iniziato a esaminare come specifiche difficoltà personali, come i disturbi dell’apprendimento (DSA) e il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), possano aumentare il rischio di sviluppare comportamenti di ritiro sociale. Questi ragazzi, spesso già alle prese con un contesto educativo e sociale complesso, potrebbero trovare nell’isolamento una forma di difesa e protezione. 

I ragazzi con disturbi dell’apprendimento (DSA) e ADHD affrontano quotidianamente situazioni di difficoltà che possono aumentare il rischio di isolamento:

Esperienze di frustrazione e ansia: Questi ragazzi possono trovarsi frequentemente in situazioni di difficoltà o sentirsi inadeguati rispetto ai loro coetanei. Le aspettative scolastiche o il confronto sociale possono essere percepiti come insostenibili, aumentando il rischio di ritiro come risposta.

Bassa autostima e sensibilità al giudizio: Chi soffre di DSA o ADHD potrebbe sviluppare una bassa autostima, soprattutto se ha subito episodi di bullismo o discriminazione. Essere percepiti come “diversi” può incrementare la sensazione di insicurezza e il desiderio di evitare contatti con il mondo esterno.

Difficoltà nella gestione delle relazioni sociali: I giovani con ADHD, in particolare, possono trovare impegnativo mantenere relazioni sociali stabili. La loro impulsività o difficoltà nel mantenere l’attenzione potrebbero portare a incomprensioni e allontanamento dai coetanei, favorendo una chiusura sociale.

Maggiore rischio di ansia e depressione: La combinazione di disturbi dell’apprendimento e ADHD può rendere questi ragazzi più vulnerabili allo sviluppo di ansia e depressione. Questi stati d’animo, se protratti, possono incentivare il ritiro sociale come meccanismo di difesa.

L’Hikikomori come fuga dal disagio

Di fronte a un ambiente che li giudica e a una pressione scolastica che li porta a confrontarsi con le proprie difficoltà, i giovani con DSA e ADHD possono essere tentati dall’isolamento come soluzione temporanea, che però rischia di diventare definitiva. Questa “fuga” dal disagio li porta ad evitare le situazioni problematiche, ma a lungo termine li allontana dalle esperienze sociali e dall’istruzione, rendendo difficile una futura integrazione.

Come ridurre il rischio di ritiro sociale

Affinché i ragazzi con DSA e ADHD non sentano il bisogno di ritirarsi socialmente, è fondamentale agire su più fronti:

Educazione inclusiva e supporto scolastico: Scuole e istituzioni devono fornire un supporto educativo che rispetti le esigenze di questi ragazzi, aiutandoli a sviluppare il loro potenziale senza pressioni eccessive. Devono inoltre aiutare gli insegnanti e gli studenti a identificare i segnali precoci e a comprendere le cause di un possibile ritiro sociale.

Interventi psicoeducativi: Programmi di psicoeducazione possono aiutare i ragazzi con ADHD e DSA a sviluppare abilità sociali e strategie per affrontare l’ansia e la bassa autostima.

Supporto familiare e psicologico: È essenziale che le famiglie siano preparate a riconoscere i segnali di disagio e ad offrire un supporto psicologico specializzato per aiutare i ragazzi a sviluppare una buona autostima e gestire le difficoltà relazionali.

Gruppi di sostegno: I gruppi per genitori e giovani possono offrire un luogo sicuro per condividere esperienze e trovare sostegno.

Utilizzo della tecnologia in modo costruttivo: Favorire una relazione positiva con il mondo digitale, senza dipendenza.

E’ bene dunque sapere, che i ragazzi con DSA e ADHD possono essere particolarmente vulnerabili a questo fenomeno a causa delle loro esperienze di difficoltà sociale e accademica. L’isolamento, per questi giovani, rappresenta una forma di protezione dalle difficoltà quotidiane, ma comporta un rischio elevato di esclusione sociale e di peggioramento delle difficoltà emotive. Riconoscere il rischio e offrire un ambiente educativo e sociale inclusivo e di supporto può fare la differenza nel prevenire il ritiro sociale di questi ragazzi, promuovendo invece la loro crescita e integrazione nella società. Vista l’entità e la crescita del fenomeno, stanno nascendo gruppi di sostegno e associazioni come Hikikomori Italia, fondata da Marco Crepaldi, che mira a sensibilizzare e supportare le famiglie e i giovani coinvolti. Queste associazioni svolgono un ruolo importante nel cercare di ridurre lo stigma associato al fenomeno e nel fornire strumenti di aiuto e comprensione.  Attraverso la comprensione e il sostegno, è possibile creare un ambiente sociale più inclusivo, in cui i giovani possano trovare il loro posto senza sentire la necessità di isolarsi.

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