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Lo studio delle poesie a memoria serve davvero?

In Italia, l’insegnamento della poesia e della letteratura ha sempre avuto un ruolo importante, ma negli ultimi anni si è assistito ad un maggiore focus su competenze pratiche, digitali e trasversali. 

L’attuale Ministro dell’Istruzione però, sta valutando di reintrodurre o enfatizzare l’apprendimento mnemonico delle poesie italiane.

Questa scelta, è stata proposta con l’intento di valorizzare il patrimonio culturale italiano, rafforzare la lingua e la sua padronanza, oltre che a migliorare le capacità cognitive degli studenti. 

Tuttavia, è importante considerare che tali modifiche generano dibattiti tra chi le vede come un arricchimento culturale e chi le considera un approccio troppo tradizionale, poco adatto alle esigenze moderne degli studenti. 

E poi, vogliamo parlare degli studenti con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) e ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) ?

Recuperare una pratica tradizionale.

In passato, imparare poesie a memoria era un esercizio comune e questa proposta potrebbe essere vista come un ritorno a metodi educativi “classici”.

Questa pratica però, ha avuto anche ripercussioni negative, penalizzando molti studenti con disturbi dell’apprendimento MAI DIAGNOSTICATI.

Qualcuno potrebbe obiettare che oggigiorno, grazie ai diritti di cui si possono avvalere questi studenti, ci sono le misure dispensative che, come dice la parola, li dispensano dallo studio mnemonico.

Questo accade però, quando sia presente una certificazione, a seguito di una diagnosi, e questa specifica misura dispensativa venga concordata durante la stesura del PDP (piano didattico personalizzato).

Ma i bambini e i ragazzi non ancora diagnosticati?

Questi studenti che, pur avendo difficoltà specifiche, non hanno ancora una certificazione che garantisca loro il diritto a strumenti compensativi o misure dispensative rischiano di essere discriminati. Sappiamo che gli accertamenti diagnostici, non vengono effettuati prima dalla terza classe della scuola primaria e, in molti casi, avvengono addirittura durante la frequenza della scuola secondaria.

L’introduzione di pratiche come lo studio di poesie tramite memorizzazione, potrebbe avere conseguenze significative per gli studenti con DSA o ADHD, poiché queste condizioni influenzano il modo in cui gli studenti elaborano, memorizzano e gestiscono le informazioni. 

Ecco alcune possibili conseguenze e considerazioni:

  • Difficoltà nella memorizzazione

Per studenti con DSA la memorizzazione di testi lunghi o complessi può risultare particolarmente faticosa.

Esempio: Uno studente dislessico potrebbe avere difficoltà a ricordare sequenze di parole o versi, soprattutto se il testo non viene presentato in modo accessibile (es. con supporti visivi o audio).

La memorizzazione richiede concentrazione e ripetizione, ma gli studenti con ADHD non riescono o faticano moltissimo a mantenere l’attenzione per periodi prolungati.

  • Aumento dello stress e dell’ansia

Per molti studenti con DSA o ADHD, l’apprendimento mnemonico può diventare fonte di stress, soprattutto se valutato in modo rigido (es. interrogazioni o votazioni basate sulla precisione della recitazione).  

Questo potrebbe portare a una riduzione dell’autostima o a un senso di inadeguatezza, soprattutto se non vengono considerate le loro difficoltà specifiche.

  • Rischi di esclusione o marginalizzazione

Se non gestita con attenzione, una pratica come l’apprendimento mnemonico potrebbe accentuare le differenze tra studenti con e senza difficoltà, portando a una maggior esclusione o a un senso di isolamento per chi fatica a memorizzare.  

Se l’apprendimento mnemonico diventasse obbligatorio, sarebbe fondamentale garantire che: 

  • Gli insegnanti adattino le richieste alle esigenze degli studenti.  
  •  Vengano offerte alternative (es. analisi del testo, riflessione sul significato della poesia).  
  •   Non venga penalizzato chi non riesce a memorizzare.

È essenziale che le scuole e le famiglie lavorino insieme per identificare precocemente le difficoltà e garantire che ogni bambino riceva il supporto di cui ha bisogno, anche in assenza di una certificazione formale.

In sintesi, se l’apprendimento mnemonico delle poesie venisse introdotto, sarebbe cruciale adattarlo alle esigenze degli studenti, garantendo che non diventi un ostacolo al loro percorso scolastico, ma piuttosto un’opportunità di crescita accessibile a tutti.

Solo in questo modo, si può evitare che essi si sentano esclusi o inadeguati, promuovendo un ambiente scolastico davvero inclusivo.

E tu, cosa ne pensi? Scrivimelo nei commenti.

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